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Dazi, ci risiamo. Cosa pensano i mercati?

Data pubblicazione: 22 ottobre 2025

Autore:

Wealthype.ai per Fineco Bank
Rappresentazione visiva dell'articolo: Dazi, ci risiamo. Cosa pensano i mercati?
  1. Torna ad alzarsi la tensione nella guerra commerciale tra Usa e Cina.
  2. I mercati, dopo un momento di debolezza, continuano a correre.
  3. Intanto il FMI ha ritoccato al rialzo le stime di crescita globali, ma mette in guardia sui rischi.


LE TENSIONI USA-CINA GUASTANO (PER UN ATTIMO) L'UMORE DEI MERCATI

La performance dell'S&P 500 dal 1° settembre al 14 ottobre

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Fonte: Investing.com


Ultimamente sembrava quasi che la questione dei dazi fosse scivolata nel dimenticatoio – anche se la sospensione delle tariffe tra Usa e Cina è in scadenza il prossimo 10 novembre.


E invece, tutto d’un tratto, ecco che il tema dei dazi è tornato al centro della scena, con una velocissima escalation della tensione – evidentemente mai sopita - tra Usa e Cina.


Terre Rare nel mirino


A riaccendere la miccia è stata l’imposizione, da parte di Pechino, di nuovi limiti all’export di Terre Rare, di cui la Cina è il principale detentore, produttore e soprattutto raffinatore a livello mondiale. La mossa, che riguarda elementi critici perché fondamentali nella produzione di chip, veicoli elettrici e radar militari, ha mandato su tutte le furie il presidente statunitense Trump. Il quale, oltre a rispondere con dazi del 100% su tutte le importazioni cinesi già dal 1^ novembre, ha anche accusato Pechino di essere diventato "molto ostile" e ha detto di non vedere più "alcun motivo" per incontrare il leader cinese Xi Jinping in Corea del Sud a fine mese, come precedentemente previsto.


LA CINA CONTROLLA LE TERRE RARE NEL MONDO

I 10 Paesi con le maggiori riserve di Terre Rare nel 2024 in milioni di tonnellate di REO (rare earth oxide)

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Fonte: USGS/Statista


Ora, toni così accesi non convengono a nessuno, e lo stesso Trump sembra essersene reso conto. Tanto che, nei giorni seguenti – in linea con il copione già visto a seguito del Liberation Day di aprile - si è affrettato a ridimensionare l’incidente, assicurando via social che con Pechino “it will all be fine” (andrà tutto bene, ndr), mentre il Segretario al Tesoro USA Scott Bessent si è detto fiducioso che l’incontro fra i due leader a margine del forum dell’Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) a fine ottobre avrà luogo, come previsto.


E i mercati?


La rinnovata tensione sul fronte della guerra commerciale è riuscita a far inciampare i mercati, interrompendo - seppur momentaneamente – un rally che sembrava inarrestabile. Nella sola giornata di venerdì 10 ottobre, l’indice S&P 500 ha perso il 2,7%, la peggior performance giornaliera dal 10 aprile scorso. Che si tratti di un piccolo storno o dell’inizio di una nuova fase, è presto per dirlo: già nella seduta successiva, quella di lunedì 13, l’indice S&P 500 è tornato a correre, complici i toni più morbidi usati da Trump – e tra gli analisti c’è chi ha rispolverato la sigla “TACO” (Trump always chickens out), evidenziando come i mercati siano ormai abituati ai “bluff” del presidente Usa.


Va detto che la questione tra Cina e Usa non è certo risolta – le due potenze hanno imposto nuove tasse portuali “speciali” reciproche sulle navi commerciali, senza considerale le schermaglie sul campo dei semiconduttori, con la Cina che ha annunciato nuove restrizioni a partire da dicembre. Insomma, la partita è più che mai aperta e bisognerà vedere se l’incontro di fine mese – sempre che non venga annullato - riuscirà a favorire un dialogo più costruttivo.


Un rally apparentemente inarrestabile


I rinnovati timori sui dazi si inseriscono in un quadro in cui l’azionario Usa si trova in una fase di bull market che ha ormai compiuto tre anni (e che sta coinvolgendo anche beni rifugio come oro e altri metalli preziosi): l’indice S&P 500 ha guadagnato oltre il 30% dai minimi di aprile, sull’onda dell’ottimismo legato all’intelligenza artificiale e a una virata in chiave espansiva della Fed. Un ottimismo rimasto immune anche allo shutdown del governo federale (entrato nella seconda settimana), che ha fatto slittare la pubblicazione di importanti dati macro.


A tutto questo si aggiunge la stagione delle trimestrali appena iniziata, che potrebbe catalizzare l’attenzione dei mercati nelle settimane a venire: l’asticella delle aspettative sugli utili è decisamente elevata – un po’ perché negli ultimi due mesi le stime sono aumentate in modo significativo, un po’ perché le aziende dell’S&P 500 hanno sistematicamente battuto le attese negli ultimi trimestri e ci si aspetta che lo facciano anche questa volta.


Intanto, il Fondo Monetario Internazionale (1) ha rivisto leggermente al rialzo le stime di crescita globale per il 2025 rispetto alle previsioni di aprile, sottolineando come l’impatto dei dazi si sia rivelato finora meno pesante del previsto (anche se i rischi all’orizzonte restano). Il Pil globale è atteso ora al 3,2% nel 2025 (dal 3,3% del 2024) e al 3,1% nel 2026.


FMI: IMPATTO DEI DAZI MINORE DEL PREVISTO

Proiezioni di crescita del Pil in %

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Fonte: FMI, World Economic Outlook ottobre 2025


La direzione di fondo resta positiva


Se dopo mesi di rialzi, la direzione di fondo dei mercati azionari resta positiva. Le politiche monetarie sono tornate accomodanti - in un intervento recente, il presidente della Fed, Powell, ha parlato della debolezza del mercato del lavoro, aprendo alla possibilità di un nuovo taglio dei tassi d’interesse già questo mese. Inoltre, l’economia globale non mostra segnali di recessione e l’intelligenza artificiale continua a essere al centro della scena.


In questo scenario, in cui non mancano opportunità di investimento, è fondamentale restare flessibili, sempre pronti ad adeguarsi a una situazione che potrebbe cambiare da un momento all’altro. Tanto per cominciare, mantenendo un portafoglio ben diversificato, privilegiando le aziende con utili solidi e bilanci robusti.


In altre parole, come ricordava lo scrittore statunitense William Arthur Ward, non si tratta di aspettare che il vento cambi, ma di saper regolare le vele, con la consapevolezza che anche nei mari agitati si può continuare a navigare, se la rotta è chiara.





(1) https://www.imf.org/-/media/Images/IMF/Publications/WEO/2025/october/english/WEO-Map-October-2025.ashx?h=1080&w=1920&la=en


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